+39 0461 215161

Vicenda Not grave ma rischia di oscurare tutte le mancanze della Pat a cominciare da una riorganizzazione ancora sulla carta e troppo verticistica

La Pat deve avere il coraggio di prendere atto del fallimento del project financing e deve avere il coraggio di riformare il sistema coinvolgendo gli stakeholders e i rappresentanti sindacali: un tavolo aperto a tutti per trovare soluzioni moderne e strutturali.

“La vicenda del Not è grave e l’Anac certifica gli errori della politica in generale ma questa situazione rischia di oscurare tutte le altre mancanze della Provincia in materia sanità e assistenza”. A dirlo Giuseppe Pallanchsegretario della Cisl Fp. “La Pat deve avere il coraggio di prendere atto del fallimento del project financing e deve avere il coraggio di riformare il sistema con il coinvolgimento degli stakeholders e dei rappresentanti sindacali: un tavolo aperto a tutti per trovare soluzioni moderne e strutturali”.

 

E’ sempre più complicato trovare gli operatori, a vario livello c’è una carenza di personale sanitario e in tutti i profili socio sanitario; la sanità è in forte sofferenza nel reperire le professionalità con il rischio che ci possano essere conseguenze sulla tenuta dei servizi.

 

“Il tema centrale che non viene affrontato da Pat e Apss è quello del capitale umano – aggiunge Pallanch – ancora non si vede nulla sulla riorganizzazione, rimasta ancora sulla carta, e che appare troppo verticistica: si deve ripartire da lavoratrici e lavoratori. I piani devono saper coinvolgere i dipendenti, le esigenze e le competenze maturate in prima linea devono essere valorizzate e messe a servizio della popolazione”.

 

Un altro tema ritenuto centrale dal sindacato di via Degasperi è quello sulle assunzioni. “C’è la necessità – dice Pallanch – di invertire la tendenza all’impoverimento del comparto con assunzioni sanando di fatto questa emorragia professionale per non mettere a rischio posti di lavoro e servizi erogati. Si devono valutare attentamente i fabbisogni, si devono allontanare dalla logica aziendalista con il rigido appiattimento ai parametri che con la pandemia sono anacronistici: non si devono contare i minuti di assistenza ma lavorare sulla qualità e si deve analizzare una vera programmazione con sguardo pluriennale”.

 

Sono tante le partite aperte. “E’ surreale tuttavia che le cooperative sociali parlino di concorrenza tra contratti pubblici e privati e di margini. Basta esternalizzazioni che peggiorano la qualità del lavoro e creano una giungla salariale. Si devono ridiscutere gli accreditamenti e le tariffe che sono ferme da anni . Ci aspettiamo di intraprendere questa strada perché si attraggono operatori con una modifica strutturale e rafforzando i salari non con una premialità una tantum“, conclude Pallanch.

 

Da Il Dolomiti

Categorie Generale,Rassegna Stampa

Comments are closed