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Tra le risorse riconosciute dal Governo, Fugatti sembra non trovare quelle per il rinnovo dei contratti pubblici: l’ennesimo smacco

La richiesta delle parti sociali è quella di rinnovare i contratti, valorizzare il personale, assumere giovani, stabilizzare i tanti precari, internalizzare nuovamente i servizi fondamentali per il territorio, restituire dignità a una categoria di lavoratrici e lavoratori che svolge un ruolo di qualità, ampiamente riconosciuto dalle statistiche nazionali.

 

“Non ci sono risorse per rinnovare i contratti pubblici, così come soldi sulla riorganizzazione degli ordinamenti provinciali”. Così Luigi Diaspro (Fp Cgil), Giuseppe Pallanch (Cisl Fp) e Marcella Tomasi (Uil Fpl).

 

“Apprendiamo – proseguono Cgil, Cisl e Uil – che il presidente Maurizio Fugatti, nel presentare al Consiglio le scelte per l’utilizzo delle ingenti risorse riconosciute dal Governo nazionale alla Pat a seguito del mancato gettito causato dall’emergenza sanitaria, non abbia fatto alcun cenno al rinnovo dei contratti pubblici scaduti il 31 dicembre 2018″.

 

La richiesta delle parti sociali è quella di rinnovare i contrattivalorizzare il personaleassumere giovani, stabilizzare i tanti precariinternalizzare nuovamente i servizi fondamentali per il territoriorestituire dignità a una categoria di lavoratrici e lavoratori che svolge un ruolo di qualità, ampiamente riconosciuto dalle statistiche nazionali.

 

“Sui 217 milioni disponibili – aggiungono Diaspro, Pallanch e Tomasi – è previsto un accantonamento di 52 milioni per la definizione di alcune partite ancora aperte con il governo, 72 milioni sono destinati alle opere stradali, mentre le altre risorse per turismo, commercio e artigianato delle valli, industria, cooperazione, agricoltura, solo dopo vengono sanità, Agenzia del lavoro, Itea e Fondo di riserva dei Comuni e ricerca”.

 

I sindacati mettono in luce che il pubblico impiego trentino ha dimostrato grande determinazione e capacità di mobilitazione a sostegno della propria professionalità ed efficienza. “Oltre agli approfondimenti legali – evidenziano Diaspro, Pallanch e Tomasi – abbiamo già inviato specifica richiesta per essere convocati a breve per chiarire le intenzioni della Giunta Fugatti. Rammentiamo al presidente che i primi 20 milioni, già stanziati con la finanziaria provinciale 2020 per il rinnovo dei contratti pubblicisono stati prima sospesi e poi usati per l’emergenza della pandemia. Quelle risorse servivano a ‘coprire’ poco più dell’indennità di vacanza contrattuale, regolarmente erogata a livello nazionale fin da aprile 2019″.

 

Le confederazioni Cgil, Cisl e Uil ricordano anche il protocollo d’intesa tra Pat e sindacati del 13 gennaio 2020 che prevede stati di avanzamento per rinnovare i contratti 2019/21. “Con la compensazione dello Stato per il mancato gettito provinciale non ci sono più alibi: non rinnovare gli accordi – concludono Diaspro, Pallanch e Tomasi – diventerebbe una chiara scelta politica non più supportata dalla mancanza di risorse. Non funziona più la strategia di contrapporre al comparto pubblico le condizioni di altre categorie del lavoro privati. La pubblica amministrazione può e deve rappresentare strumento insostituibile di sostegno allo sviluppo e alla ripartenza del territorio. Si deve rafforzare e valorizzare, non screditare il pubblico impiego. E’ grave la situazione emergenziale ancora irrisolta tra attività di prevenzionesalutecontrollierogazione welfaretutela e sostegno per cittadini e imprese“.

 

Per approfondire:

 

Categorie Autonomie locali

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