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SOTTOSCRITTO IL PROTOCOLLO D’INTESA PER TUTTI COMPARTI PER UNA ANTICIPAZIONE CONTRATTUALE

Alcune domande e risposte:

Cos’è un protocollo politico?
Il protocollo politico non è un contratto, rappresenta un’intesa sulle cose da fare e fissa le risorse da inserire nell’assestamento di bilancio.
Senza la firma del protocollo del 18 luglio 2023 la Giunta avrebbe potuto sentirsi libera di non inserire alcunché per il rinnovo dei contratti 2022/2024, come peraltro sta avvenendo in questo momento a livello nazionale: infatti il Governo nazionale non ha previsto a bilancio nessuna risorsa in tal senso, e solo per l’anno 2023 ha previsto la somma di 1,5% una tantum pari a 29 euro mensili lorde.

Qual e lo scopo di questa intesa?
Dare una anticipazione in tempi brevi alle lavoratrici e ai lavoratori di tutti i comparti (autonomie locali, sanità, ricerca e scuola, fondazioni). Soldi veri nelle buste paga per affrontare il caro vita che ha duramente colpito i redditi delle famiglie.

Perché questa intesa è un modello per il Paese?
Perché è la prima intesa che affronta un percorso per rinnovare i contratti prima della loro scadenza. Eravamo ormai abituati a rinnovare i contratti dopo la scadenza. Si pensi solo al contratto 2019/2021 che si è chiuso nel 2022. Per la prima volta nella storia della contrattazione trentina di questi ultimi 20 anni abbiamo avviato una anticipazione contrattuale.
Se non si fosse fatta questa intesa ne avremmo parlato nel 2025!

Cosa sarebbe accaduto se non si fosse firmata una intesa?
Un bel guaio, siamo a fine legislatura e a dicembre non ci sarà la legge finanziaria provinciale 2024 (come in tutti gli anni di elezioni).
La prima data utile per inserire risorse a bilancio era solo nella legge di bilancio del giugno 2024.
Fino a quella data i lavoratori non avrebbero percepito un euro e noi non potevamo ovviamente permettercelo.

Quanto avevamo chiesto con la mobilitazione di Cgil Cisl Uil del giugno scorso?
Avevamo chiesto unitariamente il 9%, così come è stato scritto nei resoconti dei quotidiani.

Quanto si è ottenuto?
Il 6,31% a regime, a cui si aggiunge 1,34% per l’ordinamento professionale e per il salario accessorio, oltre all’aumento del buono pasto. Il tutto per un totale di oltre il 7,8% di anticipazione contrattuale, e che lascia 2023 e 2024 impregiudicato.
Abbiamo sottoscritto anche la clausola di salvaguardia che ci permette di recuperare anche eventuali ulteriori riconoscimenti a livello nazionale.

Cosa prevede il protocollo? Quanti soldi? Quanti in busta paga?

Dettagli del protocollo

Il Monte salari di tutti i comparti 2021 è di € 1.778.135.093,73, base da cui si parte per calcolare le risorse stanziate. Sarà il 2,99% per il 2022, ma dal 1° gennaio 2023 è desumibile dalla tabella che si arriva al 6,16% che diventa un 6,31% nel 2024. A tutto questo si deve aggiungere 1,34% dal 2023 (ordinamento e sistema indennitario) più il buono pasto il cui totale delle risorse avvicina l’8% complessivo.

I numeri
115 milioni di euro complessivi per 2022 e 2023, pari al 2,72% con decorrenza 1.01.2022 ed ulteriore 1,87% dal 1.01.2023.
105 milioni di euro sul 2024 pari al 5,91%.
NON VERRÀ RIASSORBITA LA VACANZA CONTRATTUALE E NEPPURE LA QUOTA UNA TANTUM DEI 35,6 milioni (che verrà erogata a settembre): su questo ci eravamo impegnati fortemente e non si dovrà restituire.
Il tutto porterà un aumento medio nel 2022 di 2,99%, ma dal 1° gennaio 2023 la percentuale scatta allo 6,16% più 1,34% per un totale di risorse del 7,5%, e nel 2024 a regime del 6,31% a cui si aggiunge 1,34% pari a 15 milioni per l’Ordinamento Professionale, progressioni orizzontali (6 fascia economica) e
trattamento accessorio di ogni comparto di trattativa (Autonomie Locali, Sanità e Scuola). 2 milioni per l’aumento del buono pasto a 7€

E LA PARTITA DEL CONTRATTO RIMANE APERTA: lavoreremo grazie alla clausola di salvaguardia che garantisce nel corso del triennio di poter continuare con un secondo protocollo di recuperare risorse per chiudere definitivamente il contratto 2022/2024. Il protocollo include tutti gli enti
strumentali incluse le Fondazioni.
È una occasione persa per chi non l’ha sottoscritta oppure ora fa un calcolo speculativo per altri scopi che nulla hanno a che vedere con la difesa dei salari e il bene dei lavoratori.

 

Categorie Sanità

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