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Rinnovare il contratto pubblico vuol dire rilanciare il nostro importante sistema dei servizi e un volano per l’impresa. La stabilità dei posti di lavoro pubblici e privati deve essere una priorità della Giunta.

L’Autonomia della nostra Provincia deve tener conto dell’influenza positiva sul PIL del Trentino derivante dalla qualità dei servizi erogati dalla Pubblica Amministrazione alla collettività. Da tempo chiediamo, a gran voce, alla Giunta Provinciale di dare avvio allo sblocco della contrattazione con risorse adeguate e che dovevano essere accantonate in appositi fondi, in particolare mondo quelle che danno corso alle progressioni. Ora l’ammontare degli aumenti che si aggirano sui 60 euro netti procapite a regime 2017. Portano ad un aumento netto che va dai 29 ai 34 euro netti, sui una parte sono già in possesso dei lavoratori perché stanziati già nel Foreg 2011 per i 32.200 dipendenti, i cui stipendi vanno secondo la nostra elaborazione dai 21000 ai 27000 euro lordi, tradotto per la stragrande maggioranza dei lavoratori gli stipendi vanno dai 1150 ai 1600 euro netti, quindi è palese come tale stanziamento risulti essere assolutamente insufficiente. In una realtà dinamica come quella odierna , funzionalità, efficacia, efficienza, economicità ed equità dei servizi non si perseguono con la riduzione dell’autonomia delle persone, ma riconoscendo loro una maggiore autorità decisionale. I servizi si innovano sviluppando un’innovazione organizzativa che passa attraverso capacità di ascolto, coinvolgimento, confronto, condivisione (dei problemi e delle soluzioni). Che vuol dire, da un lato, co-progettazione dei servizi, cioè pianificazione e organizzazione delle risorse professionali, materiali e infrastrutturali intorno alle persone, in modo da rendere più soddisfacente l’esperienza di ogni servizio pubblico in termini di qualità, facilità d’uso e interazione con chi lo eroga; dall’altro “innovazione dal basso” fatta con i lavoratori pubblici attraverso la leva contrattuale, spostando il baricentro delle decisioni più a contatto con le esigenze quotidiane, nei territori e nei luoghi di lavoro. Cioè accorciando le distanze tra l’astrattezza di un comando di legge che opera indifferenziato per tutte le realtà coinvolte e la concretezza di un contratto che garantisce adeguata flessibilità organizzativa per il migliore raggiungimento di obiettivi condivisi. Per questo, attraverso contratti innovativi che valorizzino professionalità, competenze e motivazioni delle persone, vogliamo aprire una nuova stagione di sviluppo e di crescita. Tutte le innovazioni auspicate e sopra descritte saranno possibili solo con idonei stanziamenti da parte della Giunta Provinciale, non sono accettabili gli investimenti ipotizzati, di questo si tratta: investimenti che, se di adeguato ammontare, porteranno ad una crescita che avrà incontrovertibilemente positive ricadute in abito gestionale e sui servizi erogati alla collettività. Dobbiamo anche considerare un altro “effetto collaterale” del reiterato blocco del contratto che porterà, a causa della staticità delle retribuzioni, il che avrà effetti, ovviamente negativi, all’atto della quiescenza dei lavoratori. Oggi noi della CISL non registriamo niente di tutto questo, anzi si è fatto passare tutto il 2016 senza una progettualità, senza obiettivi concordati con il sindacato, ma anzi si è tradotto il tutto in attacco dall’interno al sistema pubblico.

Trento, 27 agosto 2016

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