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La concertazione non è un rito, strana allergia della politica ad affrontare i problemi dei lavoratori e dei cittadini

Sul pubblico impiego abbiamo lamentato nelle settimane scorse un confronto, che a oggi tralasciando l’appuntamento del 22 aprile avviene solo a posteriori. Cosa mai avvenuta nel nostro territorio. La Cisl funzione pubblica ha chiesto subito alcune modifiche che riguardano i tagli lineari di ulteriori 80 milioni di euro sul back office, a partire dalla norma sulle eccedenze, che non prevede come quella nazionale una determinazione congiunta delle dotazioni organiche. E’ questa una norma “pericolosa”, che rischia di creare nuovi esodati della P.A. Trentina e non aggredisce il bisogno urgente di riorganizzazione dei servizi. Ricordiamo che la Pubblica Amministrazione Trentina ha già avviato con la precedente Giunta un piano di miglioramento che prevedeva un percorso diverso, attraverso l’individuazione degli sprechi, delle consulenze, una rivisitazione della spesa attenta e partecipata. La Giunta attuale ha abbandonato questo percorso virtuoso, prevedendo in sede di assestamento di bilancio norme lesive del sistema partecipativo, ma soprattutto senza una reale previsione di risparmio. Si tratta solo di strumenti ad appannaggio della politica per avviare una stagione di “tagli indiscriminati”. La Cisl Funzione Pubblica trentina e’ pronta al confronto sui piani di miglioramento, ma chiede un piano trasparente di recupero degli sprechi e di investimenti sui servizi pubblici, che non può passare per altre riduzioni dei lavoratori pubblici, delle risorse a loro destinate nonché del sistema delle tutele. Registriamo tuttavia riti di finta concertazione, dove addirittura viene negato il diritto alla trasparenza sui costi dei progetti, si veda ad esempio l’ultimo episodio della CUE. Se continuerà questa moda non ci confronteremo solo sui tavoli, ma prima con i cittadini e i lavoratori, spesso ignari di alcune perversioni del sistema. Alla luce dell’emendamento approvato in sede di assestamento di Bilancio che tenta di regolare in qualche modo l’azione ispettiva Inps, diciamo un forte no a zone franche e pieno appoggio all’autonoma azione dell’INPS, che non può essere intimidita da norme provinciali che tendono a tracimare rispetto alla propria competenza. Per questi motivi apriremo prossimamente un dibattito pubblico per condizionare comportamenti che riteniamo inaccettabili da parte dell’attuale politica provinciale.

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