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La Cisl chiede maggiori risorse per i lavoratori e le lavoratrici delle Apsp e l’istituzione di un fondo welfare

“Ritorniamo a proporre un fondo perequativo, cioè la destinazione di una quota delle risorse per investire in capitale umano, utilizzando anche irisparmi delle economie di gestione (derivanti  dalle economie di scala degli acquisti di beni e servizi, riduzione dei cda) che senza comportare riduzioni del potere d’acquisto dei salari, è finalizzato a sostenere economicamente la situazioni delle limitazioni lavorative e favorire la ricollocazione all’interno degli enti del personale per continuare ad erogare  gli attuali standard di qualità”, spiega Giuseppe Pallanch, segretario della Cisl Fp.

Le Aziende pubbliche dei servizi alle persone ritornano al centro della discussione, soprattutto dopo l’istituzione del tavolo tecnico sul ‘Welfare anziani’ per la riforma del comparto. Negli ultimi quattro mesi il gruppo di lavoro ha approfondito compiti e ruoli di questi enti. “Questo documento – dichiara l’assessore Luca Zeni - definisce il funzionamento delle Apsp attraverso una nuova prospettiva nella gestione dei servizi agli anziani, capace di migliorarne l’integrazione e ponendolo quale riferimento unico per le famiglie”. 

Nella proposta si prevede l’istituzione di un Comitato di direzione, composto dal responsabile di ‘Spazio Argento‘, il responsabile dell’Unità operativa delle cure primarie e da un direttore di Apsp rappresentate degli enti territoriali presenti sul territorio. Attraverso ‘Spazio Argento’ vengono inoltre previsti l’attivazione e il coordinamento di un tavolo territoriale specifico per il tema anziani, coinvolgendo tutti gli attori del sistema, per raccogliere le istanze del territorio ed elaborare la proposta di pianificazione territoriale da cui potranno emergere anche indicazioni su quali tipologie di iniziative promuovere (ad esempio investire in maniera più marcata sulla prevenzione o sul co-housing, piuttosto che sulla residenzialità leggera).

Un piano che però non convince il sindacato: “E’ sicuramente positivo – spiega Pallanch – che si ritorni a parlare di queste tematiche in modo serio e approfondito, ma le soluzioni ipotizzate non possono andare bene. La strada non può essere quella del blocco del turn-over oppure il mantenimento, se non il potenziamento, dei consigli d’amministrazione. Il ragionamento complessivo deve riguardare il protocollo e la risoluzione di tutte quelle criticità legate ai parametri dell’assistenza all’anziano”.

Un tema quello degli anziani sviluppato anche in collaborazione con l’Universita Sda Bocconi e nello studio emerge evidente il trend d’invecchiamento della popolazione trentina e la correlata necessità di maggiore integrazione dei servizi socio sanitari dedicati agli anziani. 

I dati - aggiunge il segretario della Cisl - devono far riflettere. Abbiamo un operatore ogni 2,3 posti letto assistiti, un infermiere ogni dieci ‘pazienti’, un fisioterapista ogni cinquanta unità, ma questa sono solo alcune delle criticità. Il nodo è che l’aspettativa di vita si è allungata e quindi è necessario  affrontare un futuro che ci lega fortemente al tema sempre più attuale della ‘Silver economy’: evidenziamo la necessità di aumentare le risorse per il capitale umano, sempre in prima linea nell’affrontare e fornire qualità nell’assistenza“. ”Il personale – ribadisce Elisabetta Pecoraro - sta dando tutto e anche di più. E’ necessario una risposta concreta in una situazione che ci preoccupa molto”.

E la soluzione individuata è quella di sviluppare un sistema perequativo per garantire qualità nei servizi e ossigeno alle Apsp: “Questa riforma – conclude Pallanch – deve valorizzare i singoli territorio e non può puntare alla visione ‘Trentocentrica’. Un fondo di questo tipo permette una graduale riduzione dei carichi di lavoro per quei soggetti che, avendo un’elevata anzianità lavorativa, sono anche portatori di notevoli limitazioni che impediscono lo svolgimento di gran parte delle attività. Questo piano favorisce anche forme di ricollocazione all’interno degli enti e compensazioni economiche per far funzionare al meglio il comparto: in questo modo si riesce a garantire la migliore occupabilità e sostegno ad un personale sempre più provato e anziano, anche  con un numero elevato di operatori  affetti da limitazioni, in numero proporzionalmente maggiore alle medie di sistema. La chiave è il capitale umano e bisogna investire sui professionisti e non sui consigli d’amministrazione. Non possono sempre pagare i lavoratori”.

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