+39 0461 215161

Il modello aziendalista ha impoverito il sistema: si torni a investire per rendere attrattivo il lavoro

Rinnovo dei contratti e il riconoscimento delle responsabilità sempre crescenti e dell’impegno sempre assicurato, non solo nel periodo di Covid, nel garantire i servizi alla popolazione, rendere nuovamente attrattivo il lavoro nella sanità e nell’assistenza. La Funzione pubblica della Cisl traccia la direzione per far uscire il comparto sanitario trentino dalla crisi.

C’è la necessità urgente di cambiare agenda degli interventi nella sanità e nell’assistenza, il modello aziendalista ha impoverito il sistema, limitato le assunzioni, promosso le esternalizzazioni dei servizi nonostante i protocolli sottoscritti e creato nei fatti diseguaglianze all’interno degli stessi settori”. Queste le parole di Giuseppe Pallanch. Il segretario della Fp Cisl torna a bussare alle porte della Provincia per attuare un accordo in grado di rafforzare la retribuzione, fondamentale per tutto il personale sanitario e non. Gli stipendi sono duramente colpiti dall’inflazione e senza il rinnovo dei contratti si accentua la fuga del personale. “Dobbiamo lasciarci alle spalle quella visione corporativa delle prestazioni che tanto ha fatto male sia alla sanità che al settore dell’assistenza. È poi importante potenziare anche la macchina amministrativa e tecnica.

Rinnovo dei contratti e il riconoscimento delle responsabilità sempre crescenti e dell’impegno sempre assicurato, non solo nel periodo di Covid, nel garantire i servizi alla popolazione, rendere nuovamente attrattivo il lavoro nella sanità e nell’assistenza. Una programmazione della formazione che superi la vetusta visione dei numeri chiusi, incentivi la formazione e renda attrattive queste occupazioni.

 

“Si deve ripartire dall’investimento nel capitale umano, questo si ottiene solo se si valorizza il lavoro: significa aumentare le retribuzioni, rinnovare i contratti  e investire nella medicina territoriale di prossimità. E’ urgente investire fino all’ultimo centesimo di quanto è stato programmato nel Pnrr e analizzare veramente e con capacità di ascolto i fabbisogni di comparti sempre più in sofferenza. La salute è un diritto, oggi ancor più fondamentale in questo contesto di invecchiamento della popolazione. Se non si interviene con politiche attente e coraggiose oggi, il rischio è quello di un sistema welfare in crisi domani. Vanno bene i tavoli di discussione che abbiamo più volte sollecitato e che ora l’assessora sembra nuovamente annunciare ma è necessario che producano fatti e azioni concreti per affrontare uno tsunami ormai annunciato derivante dal combinato disposto tra invecchiamento popolazione e aumento delle patologie tra cui quelle psichiche”.

 

Un sistema integrato di assistenza nel quale il paziente ritorna a essere una persona e non un numero con un tempo di assistenza basato sulle lancette di un orologio. “I cittadini, spesso anziani e fragili, devono essere presi in carico tutti. Per questo si deve superare la ‘visione miope‘ che non considera la sanità un investimento, un settore strategico sul quale focalizzare l’attenzione per sviluppare l’approccio One Health. Siamo all’inizio di un percorso che deve avere come obiettivo un’integrazione delle politiche sanitarie e sociali, una presa in carico del paziente sempre più intersettoriale, con una rinnovata attenzione alla prossimità, alla domiciliarità, alla continuità tra medicina del territorio e ospedaliera”.

 

Il settore pubblico, la sanità, deve guardare alla valorizzazione delle competenze, ma anche alla capacità di sfruttare  strategici fondamentali gli investimenti sulle competenze, la ricerca, l’innovazione, la trasformazione digitale. Il Covid ci ha restituito una grande consapevolezza: ogni risorsa dedicata al rafforzamento della sanità e assistenza  è un investimento ad alto rendimento in termini di salute, economia e coesione sociale”.

 

Un momento di fragilità per la sanità trentina mentre la dinamica dei prezzi e l’inflazione continuano a erodere il reale potere d’acquisto delle retribuzioni anche del personale del sistema pubblico con un impatto recessivo sulla domanda interna potenziale e indebolimento del Pil. “L’Istat certifica che per il 2022 a livello nazionale l’indice armonizzato dei prezzi al consumo è cresciuto dell’8,7%, mentre l’inflazione media annua già acquisita a maggio 2023 calcolata secondo l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività è del 5,6%. All’interno di una complessiva politica dei redditi provinciale finalizzata a ridurre le conseguenze sulle famiglie a reddito fisso del perdurare di tassi di inflazione considerevolmente alti, è necessario anticipare, mediante un accordo stralcio, un acconto dell’adeguamento degli stipendi dei comparti pubblici provinciali attraverso il riconoscimento di un acconto sui futuri aumenti del rinnovo dei contratti collettivi di lavoro per il triennio 2022/2024. Abbiamo una grande occasione di rilancio ma dobbiamo fare presto”, conclude Pallanch.

Categorie Sanità pubblica

Comments are closed