La manifestazione è organizzata da Cgil, Cisl e Uil con le categorie pensionati e le funzioni pubbliche: “Il tempo delle photo opportunity per fare le passerelle, dei proclami e degli slogan è finito, ora servono risposte e serietà, prima che sia troppo tardi. L’appello è quello che la società civile, il mondo del volontariato e la popolazione si uniscano a questo appuntamento per prendersi cura di chi ci cura”.
TRENTO. “Il sistema socio sanitario assistenziale trentino è in grave difficoltà e la politica naviga a vista ma i risultati sono evidenti: le performance del Trentino sono crollate collocandoci fuori dalla fascia d’eccellenza”. Questa la presa di posizione delle Confederazioni Cgil, Cisl e Uil del Trentino insieme alle categorie dei pensionati e delle funzioni pubbliche: “E’ urgente che la Provincia cambi l’agenda e la visione delle azioni per rafforzare e investire in questi settori fondamentale per la comunità”.
La sanità trentina mostra una carenza di molte professionalità in tantissimi reparti, in particolare nei pronto soccorso ma anche in radiologia e psichiatria, con zone scoperte negli ospedali periferici senza tecnici radiologi, punti nascite, salute mentale – reparti e territorio – , neuropsichiatrie e neurologie in sofferenza. E le liste d’attesa lunghissime. Inoltre come riportato da Il Dolomiti, la sanità trentina non è più la migliore e ha perso posizioni in tutte le ”performance”(Qui articolo).
E per questo Cgil, Cisl e Uil, Spi Cgil, Fnp Cisl e Uil Pensionati, Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl Enti Locali, lanciano una manifestazione per mercoledì 27 luglio ore 10.30 davanti al Palazzo della Regione: “Il sistema socio sanitario è un bene di tutti, un bene primario per il quale occorre esercitare responsabilmente le prerogative autonomistiche: il tempo delle photo opportunity per fare le passerelle, dei proclami e degli slogan è finito, ora servono risposte e serietà, prima che sia troppo tardi. L’appello è quello che la società civile, il mondo del volontariato e la popolazione si uniscano a questo appuntamento per prendersi cura di chi ci cura”.
Tanti i temi da affrontare. “Dall’inizio della legislatura – dicono i sindacati – evidenziamo i grandi problemi della sanità, nodi che non vengono affrontati con la dovuta strutturalità ma con misure tampone. E’ necessario riprogrammare il settore con la fattiva collaborazione delle parti sociali, delle lavoratrici e dei lavoratori, da sempre in prima linea e ancora di più in questa epoca caratterizzata dall’emergenza Covid. La riforma della medicina e dell’assistenza varata e le risorse stanziate con il Pnrr richiedono un confronto con tutti gli attori del sistema, a partire dalle rappresentanze delle lavoratrici e dei lavoratori, dei cittadini, delle pensionate e dei pensionati per rendere concreto e sostenibile un progetto di reale integrazione socio sanitaria che non è chiaro come la Giunta intenda declinare sul territorio”.
Le parti sociali mettono sul tavolo l’esigenza del rafforzamento e dell’implementazione della medicina digitale e della tele-assistenza per dare risposte alla creazione di una rete di assistenza sanitaria e di prevenzione più vicina al cittadino. “Altro nodo ancora poco chiaro è quello relativo alle case della salute, alla sinergia con i medici di base e con il potenziamento e la differenziazione dell’assistenza domiciliare integrata. In questo contesto è legittimo chiedersi quale sarà lo spazio, il ruolo e la funzione di ‘Spazio Argento’ rispetto alla prevenzione e al grande tema delle fragilità e parziale non autosufficienza. Ancora il tema dell’integrazione tra sistema socio-sanitario e sistema socio-assistenziale, questa la vera scommessa per avvicinare le cure ai cittadini, per realizzare una presa in carico reale dei bisogni sui territori riducendo la pressione sulle strutture sanitarie. A questo fine è necessario trasferire maggiori risorse per l’assistenza e la domiciliarità gestita dalle Comunità di Valle e dagli enti locali”.
A questo quadro complesso si è poi aggiunta la decisione dell’assessorato di tagliare il numero degli infermieri nelle Rsa: si passa da 1 ogni 10 pazienti a 1 ogni 15 pazienti.
“Una scelta sbagliata e superficiale, che mette a rischio la qualità e l’appropriatezza dell’assistenza in un settore fondamentale per i nostri anziani, oltre a determinare un aggravamento dei carichi di lavoro per i pochi infermieri rimasti che non possono ulteriormente reggere queste condizioni al limite. Ma lo stesso terzo settore che si occupa di servizi socio assistenziali educativi per minori, adulti, disabili e anziani è in sofferenza per le condizioni di lavoro dei quasi 10mila addetti, cui vanno adeguati i trattamenti retributivi con il rinnovo dell’integrativo provinciale e applicati i corretti inquadramenti contrattuali”.
Tante le criticità a cui dare risposte. “Si unisce una strisciante esternalizzazione dei servizi e una privatizzazione della sanità che viene portata avanti sotto traccia e con provvedimenti senza visione. E’ ora di dire basta e chiedere un cambio di rotta alla Provincia”. Per tutti questi temi Cgil, Cisl e Uil, Spi Cgil, Fnp Cisl e Uil Pensionati, Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl Enti Locali, lanciano una manifestazione per mercoledì 27 luglio ore 10.30 davanti al Palazzo della Regione.
“Il sistema socio sanitario è un bene di tutti, un bene primario per il quale occorre esercitare responsabilmente le prerogative autonomistiche: il tempo delle photo opportunity per fare le passerelle, dei proclami e degli slogan è finito, ora servono risposte e serietà, prima che sia troppo tardi. L’appello è quello che la società civile, il mondo del volontariato e la popolazione si uniscano a questo appuntamento per prendersi cura di chi ci cura”, concludono i sindacati.