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Contratto sanità: Proposta irricevibile, la Provincia chiede la svendita dei diritti

Una proposta irricevibile quella di Apran. Nonostante le premesse, la trattativa relativa al contratto sanità subisce una battuta d’arresto”, queste le parole di Giuseppe Pallanch, segretario della Cisl Fp, al termine dell’incontro in Provincia di mercoledì 23 agosto.

Questo settore importante per la comunità trentina vede in ballo circa un milione e 250 mila euro di risorse residuali stanziate per il 2017 e circa 900 mila euro per il 2018. Il sindacato era riuscito a gettare le basi per trovare la quadra e sottoscrivere il rinnovo del contratto di settore, dopo una decina di anni dall’ultimo accordo.

Una sorpresa - aggiunge il segretario – in quanto a fronte di alcuni interventi, come i miglioramenti in termini di salario, la Provincia chiede di fatto la svendita dei diritti del lavoratore. Ci aspettavamo anche una decisione sulla riqualificazione degli operatori socio-sanitari, ma anche in questo caso siamo rimasti delusi: nessun riconoscimento e nessuna menzione in sede di trattativa, ma questa è una battaglia che non intendiamo perdere”.

Il personale dell’Apss aspetta dagli anni ’90 il giusto riconoscimento del trattamento economico e giuridico: “La proposta provinciale non tiene in considerazione – commenta Silvano Parzian, componente di segretaria responsabile sanità pubblica e privata – tutte le criticità evidenziate dalle parti sociali, in particolare per quanto riguarda il capitale umano, per continuare a garantire un servizio tanto qualitativo, quanto capillare”. 

Tanti i punti all’ordine del giorno, che la Cisl intende migliorare: si va dalla differenziazione dei tabellari alla collocazione delle fasce, dalla valorizzazione dell’operatore socio-sanitario alle ulteriori risorse aggiuntive.

“L’azienda – prosegue - tramite Apran non può compensare le carenze organizzative attraverso interventi sui diritti dei lavoratori come part time, turnazioni, orari e carichi di lavoro: si chiede la possibilità di lavorare quattordici giorni consecutivi in cambio delle briciole”. Un’analisi del sindacato sottolinea infatti un importante ricorso alle ore straordinarie: “Per esempio – spiega Parzian – nel 2016 le ore straordinarie al pronto soccorso di Rovereto sono state circa 2.000 e nel primo semestre di quest’anno siamo già a circa mille a fronte di 400 giorni ferie non godute. Evidentemente qualcosa non torna”. 

Tanto il materiale in discussione: “Chiediamo – conclude Pallanch - un ruolo di primo piano delle parti sociali per discutere l’assegnazione del milione di euro da ripartire tra turni, indennità, elisoccorso, lavoro notturno, festivi, reperibilità e tutto il resto. La trattativa deve però avvenire in azienda con la partecipazione della Rsu e assicurando una maggiore chiarezza per quanto riguarda l’utilizzo delle risorse“.

Categorie Sanità pubblica

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