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C’è carenza di personale e bisogna aggiornare gli accordi. Situazione insostenibile

È andato in archivio il primo presidio per evidenziare la necessità di sostenere e per supportare in modo concreto il personale sanitario da mesi impegnato in prima linea nel fronteggiare l’emergenza Covid.

 

 

Inizia alle 10 di venerdì 24 settembre all’esterno dell’ospedale di Borgo Valsugana una serie di iniziative dei sindacati per mantenere alta l’attenzione sul periodo complicato degli operatori sanitari e per chiedere azioni concrete all’Azienda provinciale per i servizi sanitari e alla Provincia.

 

Gli operatori sanitari sono ormai stremati e messi sotto pressione da oltre un anno a causa dell’emergenza Covid; la situazione rischia di diventare ancora più complessa per la sospensione dei lavoratori che non hanno adempiuto alla legge  che con ricadute che si riflettono sul personale che resta in servizio.

 

“C’è molto nervosismo nel settore e tanta delusione per la mancata valorizzazione di figure professionali che si sono messe al servizio della comunità con abnegazione e grandissimo senso di responsabilità”. Dicono Giuseppe Pallanchsegretario della Cisl FpAlfio Traverso, Sandro PilottiSilvano Parzian che seguono il comparto per il sindacato di via Degasperi e i vari delegati dei presidi ospedalieri. “La situazione è veramente complicata e il personale ormai è spossato dalle tante promesse ma dalle risposte assenti. A Borgo partiamo con i picchetti e questi presidi verranno estesi a tutti gli ospedali del Trentino”.

 

Alcuni reparti sono già in forte sofferenza. “All’ospedale di Rovereto – spiega la Cisl Fp – sono già state disposte le prime contromisure con l’annullamento di ferie e la sospensione dei riposo. L’attività di chirurgia all’ospedale di Borgo viene fermata nel week end per sopperire alla carenza di personale, mettendo veramente in crisi tutto l’ospedale, oltre che togliendo ai cittadini un servizio fondamentale. A Trento come negli altri ospedali registriamo ogni giorno importanti criticità organizzative e carenze in tutti i reparti, altro che va tutto bene come ci viene spiegato dalle autorità. E’ una situazione inaccettabile e riconducibile alla scarsa attenzione della politica e dell’Azienda sanitaria nel trovare soluzioni sostenibili e percorribili per sostenere gli operatori già fortemente provati per gli sforzi e l’abnegazione portati avanti in questi lunghi mesi caratterizzati dall’emergenza Covid”.
Sono diverse le questioni ancora aperte e che le parti sindacali chiedono di approfondire quanto prima. “E’ arrivato il tempo di rinnovare il contratto per tutti i lavoratori della sanità; assumere il personale con lo sblocco del numero chiuso delle scuole infermieri e Oss e stabilizzare gli operatori precari. E’ necessario un piano serio e responsabile per gestire le ricadute organizzative sul lavoro per il decreto nazionale che sospende le persone non vaccinate. I rappresentanti delle lavoratrici e dei lavori devono poi essere ascoltati e coinvolti per mettere in campo una riorganizzazione aziendale in grado di valorizzare veramente tutte le strutture sanitarie, centrali e periferiche”, concludono Pallanch, Traverso, Pilotti e Parzian.

 

Da Il Dolomiti

Categorie Sanità pubblica

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